RAGIONE E REALTÀ

"ciò che è razionale è reale ciò che è reale è razionale", intende dire con la 1° parte che la razionalità non è pura idealità, astrazione, dover-essere, ma la forma stessa di ciò che esiste, poiché la Ragione "governa" il mondo e lo costituisce. Viceversa con la 2° parte intende affermare che la realtà non + una materia caotica, ma il dispiegarsi di una struttura razionale (l'Idea o la Ragione) che si manifesta in modo inconsapevole nella natura e in modo consapevole nell'uomo. Si viene quindi a creare una sostanziale identità di realtà e ragione, identità che implica quella fra essere e dover essere, in quanto ciò che è risulta anche ciò che razionalmente deve essere.

IDEA NATURA E SPIRITO LE PARTIZIONI DELLA FILO.

Secondo H il farsi dinamico dell'Assoluto passa attraverso i 3 momenti dell'Idea in sé e per sé (th), dell'Idea fuori di sé (anth)e dell'Idea che ritorna in sé (sintesi). L'Iea in sé e per sé è l'idea considerata in sé stessa a prescindere dalla sua concreta realizzazione del mondo. È assimilabile al programma logico-razionale della realtà. L'Idea fuori di sé è la Natura cioè l'estrinsecazione o l'alienazione dell'Idea nella realtà spazio-temporale del mondo. L'Idea che ritorna in sé è lo Spirito cioè l'idea che dopo essersi fatta natura torna presso di sé nell'uomo. H fa corrispondere le 3 sezioni in cui divide il sapere filosofico: la logica (scienza dell'Idea in sé e per sé, cioè l'idea considerata nel suo essere esplicito e nel suo graduale esplicarsi ma a prescindere dalla sua concreta realizzazione della natura nello spirito)[dottrina dell'essere, dell'essenza, del concetto]la filo della natura (scienza dell'Idea nel suo alienarsi da sé)[meccanica, fisica, organica] la filo dello spirito (la scienza dell'idea che dal suo alienamento ritorna in sé)[soggettivo {antropologia, fenomenologia, psicologia}, oggettivo {diritto, moralità, eticità}, assoluto {arte, religione, filosofia}]

DIALETTICA

l'Assoluto è per H divenire e la legge che regola tale divenire è la dialettica, che rappresenta al tempo stesso la legge ontologica di sviluppo della realtà e la legge logica di comprensione della realtà. H distingue 3 momenti: l'astratto o intellettuale(concepire l'esistente sottoforma di una molteplicità di determinazioni statiche e separate le une dalle altre), il dialettico o negativo-razionale(consiste nel mostrare come le determinazioni siano unilaterali ed esigano di essere messe in movimento ovvero di essere relazionate con altre determinazioni. Infatti poiché ogni affermazione sottintende una negazione in quanto per specificare ciò che una cosa è bisogna implicitamente dichiarare ciò che essa non è, risulta indispensabile procedere oltre il principio di identità e mettere in rapporto le varie determinazioni con le loro opposte [uno-molti,bene-male])lo speculativo o positivo-razionale(cos. nel cogliere l'unità delle determinazioni opposte, ossia nel rendersi conto che tali determinazioni sono aspetti unilaterali di una realtà più alta che li ri-comprende o sintetizza entrambi).

FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO

la fenomenologia è la storia della coscienza che attraverso erramenti, contrasti,scissioni e quindi infelicità e dolore esce dalla sua individualità, raggiunge l'universalità e si riconosce come ragione che è realtà e realtà che è ragione. La coscienza infelice è quella che non sa di essere tutta la realtà perciò si trova scissa in differenze, opposizioni o conflitti dai quali è internamente dilaniata e dai quali esce solo arrivando alla coscienza di essere tutto. La Fenomenologia si divide in tre momenti: Coscienza (ipotesi) dove predomina l'attenzione verso l'oggetto, Autocoscienza (antitesi) dove l'attenzione è posta sul soggetto e Ragione (sintesi) dove si arriva a riconoscere l'unità profonda fra soggetto e oggetto.

COSCIENZA

il punto di partenza della coscienza è la certezza sensibile.

AUTOCOSCIENZA

qui l'attenzione si sposta dall'ogg. al sogg ovvero all'attività concreta dell'io considerato nei suoi rapporti con gli altri. Di conseguenza tale sezione non si muove più un ambito astrattamente gnoseologico ma concerne settori più vasti quali la società la storia della filo e la religione. X H. l'uomo è autocoscienza solo se riesce a farsi riconoscere da un'altra autocoscienza. In quanto appetito o desiderio l'autocoscienza non può limitarsi a cercare il proprio appagamento negli oggetti sensibili, ma ha bisogno degli altri. il riconoscimento non può che passare attraverso un momento di lotta e di sfida, ossia attraverso il conflitto tra autocoscienze. Tale conflitto, nel quale ogni autocos pur di affermare la propria indipendenza deve essere pronta a tutto anche a rischiare la vita, non si conclude con la morte delle autocos contendenti, ma con il subordinarsi di una all'altra nel rapporto servo-signore. Il signore è colui che ha messo valorosamente a repentaglio la propria vita sino alla vittoria, mentre il servo è colui che ad 1 certo punto ha preferito la perdita dell'indipendenza pur di aver salva la vita. La dinamica del rapporto servo-signore è destinata a un'inversione dei ruoli perché il signore che inizialmente appariva indipendente nella misura in cui si limita a godere passivamente del lavoro altrui finisce per rendersi dipendente del servo, mentre il servo inizialmente dipendente, nella misura in cui padroneggia e trasforma le cose da cui il signore riceve il proprio sostentamento finisce per rendersi indipendente. Questo processo di acquisizione della libertà avviene attraverso 3 momenti: la paura della morte, il servizio, il lavoro. Il lavoro ha un valore formativo in quanto il servo formando e coltivando le cose non solo forma e coltiva se stesso ma ancora imprime nell'essere quella forma che è dell'autocos e così trova se stesso nella propria opera giungendo così a intuirsi come essere-indipendente.

COSCIENZA INFELICE

è quella che non sa di essere tutta la realtà e che perciò si ritrova scissa in differenze opposizioni e conflitti dai quali è internamente dilaniata e dai quali esce solo tramite la certezza di essere ogni realtà. La scissione presente nello scetticismo fra una coscienza immutabile e una mutevole diviene esplicita nella figura della cosc infelice ed assume la forma di una separazione radicale tra uomo e Dio. Tale separaz si manifesta da prima sotto dorma di un'antith fra l'intrasmutabile e il trasmutabile (Ebraismo), nel 2° momento l'intrasmutabile assume la figura di Dio incarnato (Cristianesimo medioevale). Le manifestazioni di questa infelicità sono la devozione (pensiero a sfondo sentimentale e religioso che non si è ancora elevato al concetto), il fare (momento in cui la coscienza rinunciando a un contatto immediato con Dio cerca di esprimersi nell'appetito e nel lavoro), la mortificazione di sé (completa negazione dell'io a favore di Dio). Ma il punto più basso del singolo è destinato a passare al momento diletticamente più alto allorquando la coscienza nel suo vano sforzo di unificarsi con Dio si rende conto di essere essa stessa Dio ovvero l'Universale. Così l'autocoscienza è diventata Ragione ed ha assunto in sé ogni realtà.

LOGICA

in quanto scienza dell'Idea pura prende in considerazione la struttura programmatica o l'impalcatura originaria del mondo. Essa di divide in logica dell'essere, dell'essenza, del concetto e procede mostrando come partendo dai concetti più poveri e astratti (essere nulla divenire) ai concetti più ricchi e concreti fino all'Idea. Il punto di partenza è il concetto dell'essere, dell'essere assolutamente indeterminato, privo di ogni possibile contenuto. In questa astrazione è identico al nulla e il concetto di questa identità è il divenire.

FILO DELLA NATURA

è quella considerazione teoretica della natura che ha come oggetto lo studio dell'Idea nella sua estrinsecazione spazio-temporale. Essa si divide in meccanica, fisica, organica.

FILO DELLO SPIRITO

è lo studio dell'Idea che dopo essersi estraniata da sè sparisce come natura per farsi soggettività e libertà ovvero auto-creazione ed auto-produzione. 3 momenti lo spirito soggettivo (S. individuale nell'insieme delle sue facoltà), S oggettivo (S sociale), S assoluto (S che sa conoscere se stesso nelle forme dell'arte della religione e della filo).

S SOGGETTIVO

si divide in antropologia (studia lo S come anima, la quale si identifica con quella fase della vita cosciente di dormiveglia dello S), fenomenologia (studia lo S in quanto coscienza, autocoscienza e ragione), psicologia (studia lo S in quelle manifestazioni universali che sono il conoscere teoretico, l'attività pratica e il volere libero.)S OGGETTIVO lo S si manifesta in istituzioni sociali concrete. I momenti dello S O sono 3 il diritto astratto (proprietà, contratto, diritto contro il torto), moralità (proponimento, intenzione e benessere, bene e male) eticità (famigli [matrimoni, patrimonio, educazione dei figli]società civile [sistema dei bisogni, amministrazione della giustizia, polizia e corporazione], stato [diritto interno {potere principe, governativo, legislativo}, esterno, storia del mondo]

ETICITÀ

mentre la moralità è la volontà soggettiva del bene, l'èticità è la morale sociale ovvero la realizzazione del bene in quelle forme di istituzione che sono"Rappresenta il superamento della spaccatura fra interiorità e esteriorità che è propria della morale del dovere. Nello stesso tempo configurandosi come una sorta di morale che ha assunto le forme del diritto (dell'esteriorità istituzionale) o di diritto che ha assunto le forme della morale(perseguimento bene unniver) l'eticità risulta in grado di superare le opposte unilateralità del diritto e della morale.

FAMIGLIA

nella quale il rapporto dei sessi assume la forma di un'unità spirituale fondata sull'amore e sulla fiducia. La famiglia si articola in matrimonio, patrimonio, educazione dei figli. Una volta cresciuti i figli escono dalla famiglia originaria per farne una nuova si passa così al momento dello spirito ogg.

SOCIETÀ CIVILE

con la formazione di nuclei familiari il sistema unitario e concorde della famiglia (th) si frantuma nel sistema atomistico e conflittuale della società civile (antith) che si identifica con la sfera economico-sociale e giuridico-amministrativa del vivere insieme.

STATO

rappresenta il momento culminante dell'eticità ossia la riaffermazione dell'unità della famiglia al di là della dispersione della società civile. Esso non implica una soppressione della società civ, ma uno sforzo di indirizzarne i particolarismi verso il bene collettivo. (Questa concezione etica dello stato si differenzia dalla teoria liberale e dalla democrazia). Inoltre H sostiene che la sovranità dello stato deriva dallo stato medesimo il quale ha in se stesso la propria ragione d'essere e il proprio scopo. Lo stato non è quindi fondato sugli individui, ma sull'idea di stato, ossia sul concetto di un bene universale. La polemica antiliberale e democratica di H ha alla base l'ottica organicistica 2° cui non sono tanto gli individui a fondare lo stato ma lo stato a fondare gli individui sia da 1 punto di vista storico-temporale, sia ideale ed assiologico. Quest'ottica si accompagna al rifiuto del modello contrattualistico. H contesta parzialmente anche il giusnaturalismo di cui accetta la tendenza a fare dello stato il punto culminante del processo storico sia la tesi della supremazia della legge. Coerentemente con la sua ottica storicistica sostiene che la costituzione sgorga necessariamente dalla vita collettiva e storica di un popolo e per questo non è produttivo imporre la propria costituzione a un altro popolo. H identifica la costituzione razionale con la monarchia costituzionale moderna, ossia a un organismo politico che prevede una serie di poteri distinti ma non divisi tra loro. Tali poteri sono quello legislativo (potere di determinare e di stabilire l'universale e concernere le leggi come tali), governativo (comprende in se i P giudiziari e di polizia operanti a livello di società civile consiste nella sussunzione delle sfere particolari e dei casi singoli sotto l'universale ossia nello sforzo di tradurre in atto in riferimento ai casi specifici l'universale delle leggi) e principesco (è l'incarnazione dell'unità dello stato cioè il momento in cui la sovranità si quest'ultimo si concretizza in un'individualità reale cui spetta la decisione ultima circa gli affari della collettività. Come vita divina che si realizza nel mondo so stato non può trovare nelle leggi della morale un limite o un impedimento alla sua azione. Non esiste un organismo superiore allo stato in grado di regolare i rapporti interstatali e di risolvere i loro conflitti; il solo giudice è lo Spirito universale cioè la storia la quale ha come momento culminante la guerra a cui H attribuisce un carattere di inevitabilità ma anche un valore morale. Infatti sostiene che come il movimento dei venti preserva il mare dall'imputridimento così la guerra preserva i popoli dalla fossilizzazione.